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SAPORI DELLA PIANURA
Da non perdere
Carne di razza bovina piemontese e bue di Carrù
Cappone di Morozzo e crudo di Cuneo Dop
Peperone Cuneo e Porro Cervere
Pocio e zucca di Piozzo
Cuneesi al rum e Quaquare
Real Biscotto di Racconigi
Carne di razza bovina piemontese. Carne magra, dal basso contenuto di grassi e colesterolo, gustosa e sapida. Una delle principali razze da carne italiane, con radici nella storia. Mercati di riferimento Cuneo, Fossano, Busca e Savigliano. A Carrù anche un museo, la Casa della Piemontese. Solo da una tale eccellenza può passare il testimone del consumo a crudo, la “battuta al coltello”, condita con olio extravergine d’oliva e sale. Un piatto di estrema freschezza e salute.
Bue di Carrù. Animali dalla muscolatura possente, orgoglio di allevatori che lavorano con passione. Una cura leggendaria per l’ambita gualdrappa del 1° premio assegnato durante la fiera di dicembre, una festa autenticamente popolare. Insuperabile la carne, il trionfo del Gran Bollito alla Piemontese.
Cappone di Morozzo. Il protagonista della tavola di Natale. Una carne morbida e prelibata da gustare lessata, ottima per il brodo, o in ricette più elaborate. Sicura la tracciabilità grazie al Consorzio di tutela e all’apposita fascetta identificativa su ogni capo.
Crudo di Cuneo Dop. Un prosciutto dal sapore fragrante e dolce, di colore rosso uniforme, il sale ridotto al minimo. Una filiera attenta per una lavorazione rispettosa dei ritmi naturali prima della marchiatura a fuoco. A garanzia un apposito Consorzio.
Peperone Cuneo. Una varietà locale che caratterizza frutti dalla polpa soda e carnosa, aromatica, particolarmente dolce. La base è larga, la forma leggermente conica. A piena maturazione hanno colore acceso, giallo o rosso, riconoscibile dall’apice estroflesso o piatto con un curioso baffo marrone o nero.
Porro Cervere. La valle dei porri: lunghi e bianchissimi, profumati, occhieggiano dai carri agricoli lungo la via principale. Sono commercializzati a fasci, da 4 a 10 chilogrammi, con tanto di marchio di tutela. Un trofeo della tavola, ideale per la bagna caùda e i piatti dell’inverno.
Pocio. Una memoria storica, di ritualità contadina. Un frutto tenero e pastoso, di sapore aromatico. Richiede una lunga maturazione nella paglia per mutare i tannini in zuccheri. Al centro di apposite fiere a Trinità e Farigliano.
Zucca di Piozzo. Un mondo di colori e di forme: tonde, a fiasco, cilindriche, smilze o panciute. Una diversa dall’altra. Un rito che si rinnova ogni anno, la prima domenica di ottobre, per la Fiera della Zucca, una grande festa popolare per gustarla in tanti piatti tipici.
Cuneesi al rum. La specialità, a marchio registrato, che ha fatto conoscere Cuneo in Italia e all’estero, apprezzati da Hemingway e Mastroianni. Un’arte pasticciera di filosofia artigianale. Il vero “cuneese” deve avere una doppia cialda di meringa a racchiudere un cuore di crema al rum; la copertura è di cioccolato finissimo. Sulla scia del loro successo ogni città battezza una sua tipologia con leggere varianti.
Quaquare. Biscotti tutto burro tipici di Genola. Una ricetta tramandata di madre in figlia, gelosamente custodita nei procedimenti: farina, uova, zucchero, scorza di limone. Si preparano a maggio, per la festa di San Marziano, nel forno comunitario, secondo un calendario e regole ben codificati.
Real Biscotto di Racconigi. L’eleganza reale dei prodotti della pianura: farina di mais, farina di nocciole e burro.
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