FRABOSA SOPRANA, VALLI MONREGALESI
ECOMUSEO DEL MARMO - FRABOSA SOPRANA
L’Ecomuseo del Marmo di Frabosa Soprana nasce dalla volontà di preservare e valorizzare il patrimonio delle antiche cave locali, dalle quali proveniva il marmo utilizzato in molti edifici barocchi piemontesi, tra cui la Cappella della Sindone di Torino. Collaborando anche con la realtà delle Grotte di Bossea, l’Ecomuseo si propone di rendere nuovamente accessibili i percorsi verso le cave, organizzando attività escursionistiche e didattiche come le camminate Le Vie della Pietra. Si occupa inoltre di tutelare le altre forme di artigianato locale, in primis l’antica produzione di coltelli frabosani, di cui si ha notizia dal 1790. È stato infatti riaperto il laboratorio dei ferri taglienti, che è gratuitamente visitabile su richiesta e dove si trova una collezione di coltelli Frabousan.
- esposizione dell’iter del marmo frabosano nell’atrio all’entrata del Municipio in base agli orari degli uffici comunali;
- installazione dell'artista Daniele Aletti "Marmi da toccare", presso il vialetto di ingresso alla sala polivalente;
- escursioni Le Vie della Pietra in base alla disponibilità (controllare il calendario eventi di Frabosa Soprana);
- laboratorio dei ferri taglienti: via di Bossea 2, apertura su richiesta, e in concomitanza con Le Vie della Pietra e con l’annuale Sagra della Raschera e del Brüss (metà agosto).
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L’Ecomuseo del Marmo di Frabosa Soprana esplora la memoria storica di una comunità, che per secoli si è dedicata all’estrazione del marmo in parecchie cave, tra le più ricche del Piemonte. Nel Seicento, in particolare, il marmo di Frabosa fu scelto per la decorazione di numerose chiese torinesi, e l’architetto Guarino Guarini ottenne l’esclusiva della cava di Bigio per realizzare la cupola della Cappella della Sindone a Torino.
Questo Ecomuseo non è legato ad un luogo preciso ma alla tradizione e alla storia di un’intera città, motivo per cui i campioni di materiale sono in esposizione permanente sia nella via che conduce alla sala polivalente, sia nell’atrio del Municipio, dove è possibile osservarne il percorso dalla cava fino al cantiere, insieme a vari manufatti e utensili originali. Nel corso dell’anno vengono organizzate diverse visite guidate gratuite, denominate Le Vie della Pietra, dedicate alla pietra nobile e ai siti delle antiche cave (Le Vie del Marmo), all’uso della pietra da costruzione (Le Vie delle Antiche Borgate), e alla geomorfologia locale, in collaborazione con le Grotte di Bossea, prima grotta turistica italiana (Le Vie del Carsismo).
Il secondo ambito delle azioni dell’Ecomuseo riguarda la tradizione dei coltelli Frabousan, caratteristica produzione degli artigiani del paese, già accertata nel 1790, ma quasi perduta negli anni ’60. È stata però ripresa grazie all’associazione Frabousan Ki Taiou (Frabosani che tagliano), così chiamati per le loro capacità di produzione e uso di lame affilate.
Il laboratorio/museo è stato restaurato e dal 2017 è gratuitamente visitabile. Vi convivono ferri taglienti d'epoca o di recente realizzazione, attrezzi antichi ma tornati in vita, come il mantice in cuoio a doppia mandata, e l’incudine di più di cento anni, accompagnati da attrezzature più moderne.
Come suggerito dagli artigiani stessi, si tratta di coltelli perfetti anche per tagliare una fetta di Raschera, o per spalmare del Brüss su una fetta di pane. A questi due gustosi formaggi di produzione locale ogni anno è dedicata una sagra a metà agosto, durante la quale il laboratorio dei coltelli rimane aperto.
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