NAPOLEONE SI È FERMATO A CEVA

Poco più di due secoli fa, per una manciata d’anni, Napoleone Bonaparte è stato imperatore di mezza Europa. Le testimonianze dei suoi passaggi attraversano anche il territorio piemontese. Se a Ceva i resti del Forte rappresentano ancora uno smacco per il generale francese, il museo ospitato al Castello di Mombasiglio lo celebra invece con stampe originali, pregevoli uniformi, soldatini in piombo e plastici delle sue battaglie.

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Ceva e l'Itinerario Napoleonico

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Priero

Nel corso del 1796 il Piemonte viene sconvolto dalla Campagna d’Italia francese, guidata da Napoleone Bonaparte. La fine delle ostilità viene sancita il 28 aprile 1796 con l’Armistizio di Cherasco che stabilisce lo sgretolamento del regno sabaudo e la piena vittoria francese. Ancora oggi su tutto il territorio puoi trovare ampie tracce delle battaglie tra le armate del condottiero corso, l’esercito piemontese e quello austriaco, così come della successiva “francesizzazione” del territorio e della sua toponomastica.


In cima alla collina su cui sorge Mombasiglio si erge un castello medievale con una torre alta 35 metri. Da qui puoi godere di una visuale assolutamente incomparabile. L’edificio è stato oggetto delle alterne vicende storiche della città e, alla fine del Settecento, anche alcuni soldati francesi soggiornarono qui, come testimoniato dalla presenza di alcuni graffiti.


Anche per questo motivo il primo piano del Castello di Mombasiglio oggi ospita il Museo Generale Bonaparte, dove sono esposte stampe di acqueforti originali di Giuseppe Pietro Bagetti, che in quegli anni realizza una serie di vedute dei luoghi di battaglia. Si tratta di un reportage d’altri tempi, incredibilmente affascinante.


Per continuare a seguire le tracce di Napoleone spostati in cima alla collina che sovrasta la vicina Ceva, dove sorgeva un imponente forte sabaudo. Il fortino cinquecentesco fa il suo ingresso nel racconto nell’aprile del 1796. Nonostante l’esercito francese avanzi a piena forza tra le vallate meridionali del Piemonte, il forte di Ceva, governato da Francesco Bruno Tornaforte, non accenna a volersi arrendere, nonostante il dispiegamento di forze di Napoleone e la sua abilità strategica.


Tornaforte è deciso a non abbandonare il fortino nonostante le richiesta di resa e si rifiuta di cedere anche dopo l’Armistizio di Cherasco che sancisce la resa piemontese. È necessario l’intervento di Re Vittorio Emanuele perchè il forte venga consegnato ai Francesi, senza essersi mai formalmente arreso. Puoi ancora trovare tracce della costruzione, abbattuta proprio dal Generale corso, mentre una visuale del verde arco alpino e della conca dove è adagiata la cittadina si allarga davanti ai tuoi occhi. Il forte fa parte anche dell’Itinerario Napoleonico che include alcuni importanti luoghi di battaglia tra Piemonte e Liguria.


La cittadina di Ceva si trova nel fondovalle tra il fiume Tanaro e il torrente Cevetta. Se sei un buongustaio non perderti una cena a base dei prodotti tipici di queste valli. La fama dei formaggi locali è antichissima, nominati anche da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. La terza domenica di settembre la città si trasforma inoltre in un centro micologico con la Mostra Mercato Nazionale del Fungo, durante la quale si susseguono, incontri, convegni e momenti gastronomici di alto livello.


Dopo una rinfrancante nottata negli accoglienti B&B familiari o nei ruspanti agriturismi delle vallate puoi dirigerti verso Priero, paese di poco più di 500 abitanti. Il borgo trecentesco, costruito secondo un rigido schema prestabilito, emana un fascino antico praticamente immutato con le sue strette strade porticate, le tozze case in pietra e i portici bassi. A svettare su tutto è la torre ai margini del centro.

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