7 CITAZIONI FAMOSE LEGATE AL CUNEESE

La Granda è stata citata da celebri attori, letterati, imperatori e uomini politici di un tempo. Come non ricordare la celeberrima frase del Principe de Curtis: «Sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militare a Cuneo». Ecco una carrellata di “uomini di mondo”, grandi personaggi che hanno lasciato un’impronta nella narrazione del cuneese.

Da non perdere

Totò

Giosuè Carducci

Napoleone

Thomas Jefferson

Leonardo da Vinci

Dante Alighieri

Boccaccio

Il Principe Antonio de Curtis, in arte Totò, in diverse sue pellicole vanta di aver fatto per tre anni il militare nella città di Cuneo. La sua frase ha un tono canzonatorio ma i cuneesi, con la loro sagacia sabauda, hanno saputo sfruttarla in loro favore per farsi conoscere dal grande pubblico. La città si fregia di essere la prima ad avergli dedicato una piazza, ancora prima di Napoli, sua città natale. Non male per dei “bugia nen”.


La città di Mondovì non manca di celebri estimatori. Già Giosuè Carducci, nella sua ode al Piemonte, nomina “il dolce Mondoví ridente”. Perfino Napoleone, durante la Prima Campagna d’Italia, ha avuto modo di soggiornarvi. Giunto per conquistare la città, ne viene lui stesso conquistato e, dall’alto del Belvedere, data un dispaccio al Governo Francese che recita: «Da Mondovì, il paese più bello del Mondo».


Anche il terzo presidente degli Stati Uniti d’America, Thomas Jefferson, durante un viaggio tra il sud della Francia e il Nord Italia, non manca di fermarsi in queste terre. Tra il 15 e il 16 aprile 1787 attraversa il Colle di Tenda e percorre la Val Vermenagna osservando tutti i particolari delle coltivazioni e dell’ambiente naturale che lo circonda. Descrive Cuneo come una «città notevole e piuttosto ben costruita». Prima di giungere a Torino il suo itinerario tocca Centallo, Savigliano e Racconigi, dove si meraviglia del singolare metodo di coltivazione della vite e delle case costruite in mattoni.


Leonardo da Vinci, elogia invece le cave di gneiss e quarzite del Monbracco, massiccio montuoso tra Valle Po e Valle Infernotto. Il genio italiano scriveva: «Monbracho sopra Saluzo […] a piè di Monviso a una miniera di pietra faldata la quale e biancha come marmo di carrara senza machule che è della dureza del porfido». Da qui infatti, sin dal Medioevo, si ricavano pregiati materiali da costruzione, e sembra che anche Leonardo ne sia rimasto colpito.


Non sappiamo con certezza se il Sommo Poeta sia mai stato in terra piemontese, ma Dante Alighieri fa spesso riferimento a personaggi e luoghi di queste terre nella sua Divina Commedia. Al Re di Pietra, il Monviso, fa riferimento addirittura in due occasioni, sia nell’Inferno (XVI, 95) che nel Paradiso (VI, 51). Non è da meno il Boccaccio, che per l’ultima novella del suo Decameron, sceglie come protagonista il giovane Gualtieri, Marchese di Saluzzo.

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