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4 MUSEI DA VISITARE IL 1° MAGGIO (FESTA DEI LAVORATORI)
Da sempre considerato un territorio laborioso e di grandi capacità artigiane, il Cuneese si distingue per una tradizione agricola di grande forza e da un settore industriale in costante fermento. Da secoli piccole manifatture locali producono eccellenze in settori quali l’enogastronomico o il tessile, impiegando migliaia di lavoratori, orgoglio di questa terra. In un viaggio ideale vi consigliamo alcuni luoghi simbolo che raccontano il passato e il presente della laboriosità cuneese.

Il primo luogo è remoto sia nello spazio che nel tempo. Ti trovi ad Elva, in Valle Maira, nel cuore del territorio Occitano. Entrando nel Museo dei Cavié - Museo di Pels ritorni a cavallo tra ‘800 e ‘900. Finite le attività lavorative estive, i valligiani viaggiavano in Italia ed Europa per trovare ragazze disposte a barattare le loro chiome. Riportate in valle, toccava alle donne la lavorazione dei capelli che, in grosse trecce, venivano spediti ai grossisti, fino ad arrivare sulle teste di lord, dame, magistrati e attrici in tutto il mondo. Nel museo trovi il racconto di tutta la lavorazione, i ferri del mestiere e un video-documentario a tema.
La cittadina di Caraglio, all'imbocco della Valle Grana, è stata per secoli sede di un’intensa attività di produzione della seta, oggi raccontata dal Museo del Setificio Piemontese, ospitato nel Filatoio Rosso. Questo notevole complesso seicentesco, simile a un castello per le imponenti torri bianche, è il più importante monumento di archeologia industriale in Piemonte. Al suo interno si svolgeva l’intera filiera produttiva serica, e si possono oggi visitare i torcitoi, la filanda e gli ambienti abitativi – che diventano sale espositive in occasione di mostre temporanee. I macchinari sono fedeli riproduzioni di quelli utilizzati all'epoca: una testimonianza autentica della storia economica del territorio.
A Sant’Anna di Valdieri, in Valle Gesso, si può visitare il Museo della Civiltà della Segale. L’allestimento trova spazio nei locali dell’antica osteria della frazione: da luogo attraversato dalle storie e dalle vite dei viandanti, è diventato punto d’incontro per i racconti e le tradizioni sulla segale. A questo caparbio cereale, che non teme i climi montani ed era “buono per la pancia, per la stalla e per le case”, sono dedicate più sezioni museali per approfondirne la storia, la coltivazione, l’uso nell’artigianato e nell’alimentazione, ed immergersi nelle vicende dei popoli che l’hanno coltivato fin dalla Preistoria, con uno sguardo che si espande verso il resto dell’Europa e del mondo, e abbraccia anche il presente.
Caratterizzato dal famoso galletto, la ceramica monregalese gode ancora oggi di grande prestigio nella produzione artigianale delle Ceramiche Besio, nonostante gli anni d’oro della produzione su grande scala siano ormai un ricordo. Nei primi anni del secolo la città arrivò a contendersi con Savigliano il maggiore numero di addetti all’industria e al suo arrivo la Richard-Ginori fece sfoggio della fabbrica più moderna e grande della zona, con un asilo per i figli dei dipendenti e vigili del fuoco aziendali. Nonostante ciò, nel distretto l’occupazione dei minori restava la regola e le condizioni di lavoro ancora difficili. Per ripercorrere quei tempi nel 2010 nasce nelle sale dello storico Palazzo Fauzone il Museo della Ceramica di Mondovì, un’esposizione che ti accompagna a scoprire tecniche e materiali utilizzati, un viaggio nel tempo in compagnia di opere d’arte e artigianali di grande valore.






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