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ALLA SCOPERTA DELLE CERTOSE DEL CUNEESE
Fin dalla fondazione dell’Ordine Certosino questi monasteri sono stati rifugio di pace e silenzio tra le solitarie montagne. Gli edifici, di grandi dimensioni e dominati da una chiesa, contengono tutto ciò di cui una comunità religiosa ha bisogno per vivere. Andiamo a scoprire tre certose in altrettante valli cuneesi, diverse per aspetto e storia, ma di egual fascino.
Da non perdere
La prima curiosità legata alla Certosa del Mombracco riguarda la sua localizzazione. Si trova infatti nel cuore della Valle Po, ma divisa tra due comuni, quello di Barge ed Envie. Questo luogo viene nominato in un suo scritto nientemeno che da Leonardo Da Vinci, che lo pone come punto di riferimento per descrivere le cave di quarzite presenti in questa zona. Il complesso è piuttosto articolato, con edifici in pietra, come da tradizione, che comprendono la chiesa affrescata, le celle dei monaci, i locali per il lavoro e l’ampio cortile. La visita è un’ottima occasione per scoprire la Valle Po nelle sue mille sfaccettature, dal borgo nascosto di Balma Boves alle sorgenti del fiume Po, a Pian del Re, ai piedi del Monviso.
Per la seconda giornata dirigiti in Valle Pesio, nelle Alpi Marittime. La Certosa di Pesio ti accoglie nel suo ampio ed elegante complesso, invitandoti alla pace e alla meditazione. Fondata già nel 1173, oggi mostra i successivi rimaneggiamenti del XVI, XVII e XIX secolo, con i suoi grandi spazi e i chiostri porticati. In seguito all’abolizione degli ordini monastici da parte di Napoleone, la struttura diventa un rinomato stabilimento idroterapico frequentato anche da Camillo Benso Conte di Cavour e Massimo d'Azeglio. Oggi con il ritorno dei Missionari della Consolata la Certosa è tornata a essere un luogo di quiete e tranquillità. Tutto attorno la natura rigogliosa e incontaminata ti invita a facili passeggiate e avventurosi trekking.
Il Castello Reale di Casotto, nel territorio di Garessio, in Val Casotto, appare alle pendici del Bric Mindino, completamente circondato da una folta vegetazione. Nasce come certosa dedicata a San Brunone nell’XI secolo. Tra le prime costruite in Italia, la data di fondazione del complesso monastico è incerta, ma pare che alcuni eremiti si siano insediati qui fin dal X secolo. Rimaneggiata tra Cinque e Seicento, la struttura odierna viene plasmata nel XVIII secolo dall’architetto Bernardo Vittone. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi da parte di Napoleone, il re Carlo Alberto la acquista per farne un castello di caccia. Nelle sue tre ali, che affacciano sul cortile interno, si susseguono corridoi adorni di quadri, sale e camere da letto ancora decorate e arredate, oltre alla piccola ma sfarzosa cappella interna. Il maniero, dopo lunghi lavori di restauro, è nuovamente aperto alle visite guidate su prenotazione. Oggi nella valle non riecheggiano più i suoni delle spedizioni venatorie di Casa Savoia, ma tutta l’area rappresenta un’opportunità incredibile per vacanze a passo lento, tra la rigogliosa vegetazione e panorami prodigiosi.
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