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ARCHEOLOGIA, NATURA E TRADIZIONI IN VALLE CORSAGLIA
La Valle Corsaglia, verde e selvaggia, porta alla luce reperti antichissimi, ambienti naturali d’eccellenza e tradizioni radicate. Nello spazio di una giornata si può assaporare la sua storia millenaria in un percorso che dal quieto fondovalle, solcato dal torrente, conduce fino ai borghi di Montaldo di Mondovì, Corsaglia, Bossea e Fontane.
À ne pas manquer
Le vie del culto
Ponte in pietra sul torrente Corsaglia
Panchina gigante di Fontane
Per raggiungere il borgo di Montaldo di Mondovì, che domina il versante destro della Valle Corsaglia, si passa da Torre Mondovì, con la strada provinciale che si inerpica nei boschi. Scelto già in epoca pre-romana per la sua collocazione strategica, il paese si distende su un elevato crinale. Centro attivo e prospero nel medioevo, conserva ancora oggi preziose testimonianze del suo passato millenario. Superato l’antico complesso della chiesa parrocchiale, si trova infatti un parco archeologico, sempre aperto al pubblico e godibile in ogni stagione, che mostra le stratificazioni di remoti insediamenti abitativi. Le interessanti testimonianze dell’età del ferro (IV-II secolo a. C.) del popolo dei Liguri Montani sono evidenziate fra gli imponenti resti di un castello che ha caratterizzato il luogo in epoca medievale (secoli XIII-XVI).
Da Montaldo si snoda anche un bel percorso da intraprendere a piedi, Le vie del culto, che conduce a nove cappelle principali, fra le tante testimonianze della fervida religiosità popolare a costellare il territorio.
Ritornando nel fondovalle attraverso una strada secondaria, che si imbocca presso la borgata Roà Piana, si raggiunge il torrente Corsaglia. Qui ci si imbatte in un antichissimo ponte in pietra a tre arcate, luogo ideale per un pic-nic all’insegna del relax.
Risalendo la valle, rigogliosa di vegetazione, si raggiungono le frazioni di Corsaglia e Bossea, quest’ultima sede della celeberrima grotta carsica, prima in Italia ad essere aperta alla visita del pubblico nel 1874.
Siamo nel territorio comunale di Frabosa Soprana e proseguendo si raggiunge Fontane, borgo alto e panoramico, dove ancora oggi si parla un idioma particolare. Si tratta del Kyé, di origine occitana. A custodia delle più antiche tradizioni valligiane, l’omonima Associazione Culturale ha allestito un museo etnografico, piccolo ma ben organizzato, oltre che ricchissimo di reperti. Poco lontano dal museo si trova la panchina gigante N. 82, con un suggestivo affaccio panoramico sull’alta valle. Un antico seccatoio di castagne, infine, è sempre aperto e liberamente fruibile con l’intento di trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale della civiltà montana.
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