TREKKING TRINITÀ DI ENTRACQUE - PALANFRÈ

27,5 km

Un percorso che si sviluppa interamente su sentieri GTA (Grande Traversata delle Alpi), ottimamente tracciati pur attraversando zone severe e poco frequentate. Questo trekking attraversa un’ampia varietà di paesaggi che spaziano da creste panoramiche a fitte faggete, da valloncelli appartati a piccoli laghi alpini. Il ritorno avviene attraverso il lungo vallone del Sabbione che poi confluisce in quello del Bousset. Una traversata riservata agli intenditori, da fare nella stagione giusta, ossia inizio autunno, quando la vegetazione è meno rigogliosa e le temperature non troppo elevate.

Difficoltà

E

Distanza

27,5 km

Quota di partenza

1084 mt

Punto più basso / più alto

2203

Stagione

AUTUNNO , ESTATE

Target

SPORTIVO

Volendo è possibile invertire le tappe partendo da Palanfrè e pernottando a Trinità di Entracque presso la locanda del Sorriso.

Si ricorda che l'ambiente montano è soggetto a continui mutamenti, con condizioni che variano in base al meteo, alle stagioni, ai cambiamenti climatici e agli interventi antropici. Gli autori e l'ATL del Cuneese declinano ogni responsabilità per eventuali incidenti o altre conseguenze dannose derivanti dall'uso delle informazioni fornite. Ogni itinerario viene ripercorso a proprio rischio e pericolo.

Le tappe

dell'itinerario

Nessun risultato trovato

Nessun risultato trovato

Scopri

di più

Punto di partenza: Trinità di Entracque

Tappa 1 – Trinità di Entracque–Palanfrè dal colle della Garbella

Dati tecnici


Ascesa: 1.120 m circa
Discesa: 840 m circa
Lunghezza totale: 11,5 km circa
Altitudine partenza: 1.084 m
Altitudine massima: 2.203 m
Difficoltà: E

Descrizione del percorso

Da Trinità di Entracque tornare verso valle per svoltare a destra dopo poche decine di metri nel vallone del Prer. La stradina, inizialmente asfaltata, sale decisa ai piedi di una fantastica arcata di pareti calcaree per poi diventare sterrata nei pressi di un bivio (palina).

Prendere il ramo di destra che sale in un bosco misto alternato a tratti di faggeta. Dopo circa un chilometro (1.300 m circa di quota) abbandonarla per imboccare a sinistra una bella mulattiera (tacche bianche-rosse) che si mantiene in falsopiano sullo stretto e profondo vallone Grande (da non confondersi il vicino omonimo di Palanfrè). Duecento metri più avanti (1.322 m), lasciato a sinistra un vecchio sentiero abbandonato, procedere dritto risalendo un tratto roccioso a fianco del torrente attrezzato con una lunga fune d’acciaio (utile in caso di pietre bagnate).

Terminato il tratto attrezzato entrare in una bella faggeta sulle propaggini del Caire di Porcera che si risale con ripidi tornantini. Superate alcune facili roccette attrezzate con scalini metallici lasciarsi alle spalle i faggi entrando in un avvallamento. Il sentiero prosegue in modo molto logico superando gli ultimi ontani, tra i quali si aprono buoni scorci verso Entracque, e giungendo su un pendio erboso aperto.

Risalirlo con numerose serpentine sbucando sul colle Porcera (1.797 m), affacciato sullo scosceso vallone Bousset. Proseguire a sinistra sulla traccia che con un traverso e ripidi zigzag porta su una spalla. Da qui il percorso cambia completamente aspetto e prosegue a mezzacosta tagliando le rientranze erbose del monte Pianard con ottime viste sulle cime del versante opposto. Nonostante la ripidezza del versante che precipita verso il Bousset il sentiero è ampio e perfettamente tracciato.

Doppiato un costone il sentiero prosegue in costante salita tagliando altri avvallamenti. Superati i 2.100 metri di quota il pendio diventa via via meno ripido e in breve si giunge al colle della Garbella (2.173 m), posto sul displuvio tra il vallone Bousset e il vallone Grande, dal quale si aprono ottime viste verso il massiccio della Bisalta, le cime dell’alta valle Vermenagna e l’arcata di monti che dalla cima Vernasca va al monte Aiera.

Lasciarsi alle spalle il monte Pianard e la Rocca d’Orel e proseguire verso sud sulla splendida e ampia cresta. Attraverso panoramici saliscendi si tocca il punto più alto del trekking (2.203 m). Molto più avanti il sentiero piega a sinistra iniziando a scendere con decisione nel vallone Garbella ai piedi dei contrafforti rocciosi del monte omonimo.

Passati ai piedi di un alpeggio il sentiero prosegue con un breve mezzacosta dopo il quale percorre un costoncino erboso per poi confluire su una sterrata. Un centinaio di metri oltre svoltare a sinistra e con numerose svolte scendere nel bosco Bandito, una faggeta così chiamata perché, fin dal Settecento, il taglio degli alberi è vietato per proteggere dalle valanghe la borgata sottostante di Palanfrè.

Molto più in basso ignorare la mulattiera che si stacca a destra diretta verso il vallone degli Alberghi (o Albergh), dalla quale si passerà nella prossima tappa. Continuando a sinistra la stradina diventa asfaltata ed entra tra le case della borgata di Palanfrè (1.379 m, fontane), dove si trova il rifugio l’Arbergh.

Tappa 2 – Palanfrè–Trinità di Entracque dal passo della Mena

Dati tecnici


Ascesa: 840 m circa
Discesa: 1.120 m circa
Lunghezza totale: 16 km circa
Altitudine partenza: 1.379 m
Altitudine massima: 2.201 m
Difficoltà: E

Ripercorrere a ritroso l’ultimo tratto della tappa precedente. Al primo tornante abbandonare la sterrata per prendere a sinistra la mulattiera che si inoltra nel vallone degli Alberghi (o Albergh).

Attraversata praticamente in piano una bella faggeta raggiungere il gias Piamian (fontana). Poco oltre lasciare il vecchio sentiero che prosegue verso destra, ora sconsigliato a causa delle slavine e delle frane, per superare a sinistra il letto del torrente e risalire con numerosi tornantini una faggeta.

In alto il bosco si dirada e profumati pini mughi iniziano a prendere il sopravvento sulle altre specie. Percorso un breve mezzacosta pianeggiante perdere qualche metro scendendo a destra verso l’alveo del torrente. Superato nuovamente il rio ricongiungersi al sentiero originale. Di fronte appare in tutto il suo splendore l’imponente piramide rocciosa del Frisson, non a caso soprannominato “piccolo Cervino”.

Dopo alcune centinaia di metri in falsopiano il vallone torna ad allargarsi. Raggiunto un bivio trascurare il ramo di sinistra che conduce al lago degli Albergh e procedere verso destra. I due sentieri scorrono quasi paralleli fino al gias Vilazzo (1.823 m), posto su un dosso.

Piegando a destra risalire una china erbosa costellata di cespugli di ontano sulle pendici della cima della Guglielma e superare la fontana delle Reine. Le tacche non sono sempre evidenti, ma in breve si sbuca sulla conca dove è situato l’incantevole lago inferiore del Frisson (2.054 m), sovrastato dal monte omonimo, ottimo punto per una sosta.

Imboccare una traccia a destra del lago che con una breve ma ripida salita conduce al passo della Mena (2.201 m), posto sullo spartiacque con l’attiguo del vallone del Sabbione.

Superata una conchetta il sentiero inizia a scendere tagliando un ripido pendio erboso. Man mano che si perde quota diventa più agevole fino ad arrivare su un ripiano sospeso dominato dalla maestosa Rocca dell’Abisso. Qui un’antica mulattiera delimitata da pietre prosegue verso ovest per poi riprendere a scendere in un ripido valloncello erboso costellato da splendidi pini uncinati. Il sentiero, poco frequentato ma sempre ben tracciato, si snoda con infiniti tornantini offrendo ottime vedute verso sud-ovest sulla testata del vallone del Sabbione.

Raggiunto un bivio (1.707 m) prendere a destra. Giunti su una spalla erbosa scendere a sinistra in diagonale su sentiero dal fondo rovinato dalle mandrie. Attraversato il torrente su passerella passare sul versante opposto dove una traccia non evidentissima conduce al vicino gias dell’Adreit (1.643 m). Giunti su una sterrata agro-pastorale seguirla verso destra e con diversi saliscendi a poca distanza dal torrente attraversare un grande ripiano del vallone.

Superato nuovamente il rio su passerella (1.579 m) procedere verso valle attraversando una piccola faggeta e raggiungendo la radura del gias Valera (1.517 m), talvolta indicato come gias Valera sottano. All’indietro (sud-est) svettano imponenti il monte Frisson e la Rocca dell’Abisso.

Scendendo i faggi si fanno sempre più presenti e la sterrata lambisce il torrente che crea cascatelle e piscine naturali. Dopo una discesa più marcata ai piedi delle scoscese pendici della Costa Garbella raggiungere il gias Ischietto (1.357 m), dove i valloni d’Ischietto e del Sabbione confluiscono nel vallone Bousset.

Ignorando tutte le deviazioni proseguire sulla comoda pista agro-pastorale principale che scende dolcemente attraversando fasce di faggi tra le quali di tanto in tanto emergono le severe cime che delimitano la vallata a ovest.

Attraversato lo stretto ponte in pietra del Suffiet (1.184 m) proseguire verso valle e dopo un chilometro e mezzo riportarsi definitivamente sul versante destro oltrepassando il ponte Porcera (1.078 m). La strada diventa asfaltata, supera i tetti Porcera (fontana) e dopo una breve risalita raggiunge Trinità con la sua cappella, dove si conclude questo bellissimo percorso.

Descrizione di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com.

Itinerario mappato nell'ambito del progetto "L'AnimAlpina delle valli di Cuneo" cofinanziato dalla Regione Piemonte.