L'ALTA VIA DEL SALE: DALLE ALPI AL MARE

113 km

L'Alta Via del Sale: una fitta rete di sentieri che collega Limone Piemonte al mare Ligure. Caratterizzata da strade bianche situate in alta quota dove si uniscono natura incontaminata e panorami mozzafiato. Sentieri perfetti per essere percorsi in Mountain Bike o in E-Bike. L'arco alpino situato tra Piemonte, Francia e Liguria farà da sfondo alle nostre pedalate. Una ricca vegetazione, stambecchi, camosci, marmotte e fortificazioni militari saranno ciò che caratterizzerà il panorama durante il tour. A termine di questo fantastico viaggio ci aspetta il mare della Riviera Ligure e la possibilità di tuffarci per un bel bagno rigenerante. 

Difficoltà

Salita: BC / Discesa: BC

Esposizione

S1

Distanza

113 km

Dislivello

2400 mt

Punto più basso / più alto

1 m min – 2.230 m max

Stagione

ESTATE

Periodo consigliato

Da giugno a settembre

Tipo di percorso

Andata

Adatto a

MTB full/front o E-Bike full/front

Target

SPORTIVO

L’Alta via del sale è aperta al traffico motorizzato, ma il martedì e il giovedì è riservata a pedoni e ciclisti. Le bici devono acquistare un ticket dal costo simbolico di 1 € al casello di accesso situato nei pressi della Baita 2000.

Le E-MTB possono essere noleggiate presso il negozio Bottero Ski di Limone Piemonte. Per il ritorno in treno da Ventimiglia a Limone Piemonte purtroppo ci sono poche corse, con orari scomodi e treni sottodimensionati: per non rischiare meglio evitare le domeniche estive nei quali i treni sono presi d’assalto da chi rientra dal mare. Da notare che per il trasporto delle bici è necessario acquistare l’apposito supplemento.

Si segnala che gli itinerari possono prevedere dei tratti in compresenza di traffico veicolare. Le informazioni contenute nei percorsi non impegnano la responsabilità di autori e verificatori dei percorsi stessi.

Le tappe

dell'itinerario

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Non chiamiamola “Via del sale”: il nome corretto è “Alta via del sale”, un lungo percorso che da Limone Piemonte conduce al colle di Tenda proseguendo tra salite e discese fino a Ventimiglia attraverso panoramiche strade bianche, sterrate sconnesse e tratti asfaltati. 

La via ricalca antiche strade commerciali utilizzate per trasportare a dorso di mulo il minerale, all’epoca ritenuto più prezioso perfino dell’oro, dal ponente Ligure. Oggi viene percorsa nel senso contrario dai mountain biker che dal Piemonte attraversano Francia e Liguria fino al mare Mediterraneo. Normalmente viene suddivisa in due tappe pernottando al rifugio don Barbera.

L’Alta via del sale è un percorso particolare: da una parte la mancanza di single track lo rende poco interessante per i biker esperti, dall’altra non è indicato per i principianti perché per goderselo appieno occorre avere una buona esperienza. Non sono infatti da sottovalutare quote elevate, variabilità del meteo, fondo smosso, gestione degli imprevisti meccanici (sempre in agguato), risparmio delle batterie per chi usa biciclette a pedalata assistita, assenza di segnalazioni dedicate (è indispensabile la traccia GPS), zaino carico visto che si pernotta fuori e inevitabile dolore al fondo schiena. 

Nonostante ci sia qualche ardito che la percorre con bici gravel, consigliamo caldamente l’uso di MTB biammortizzate. Il percorso va evitato nei giorni più caldi: meglio farlo a inizio o fine stagione estiva, compatibilmente con il periodo di apertura dei rifugi. Sul percorso si trovano poche fonti d’acqua, per cui è necessario portarne una buona scorta.
 

Giorno 1, Limone – rifugio don Barbera

Da Limone Piemonte saliamo lungo l’antica Via romana per poi percorrere lunghi tratti asfaltati fino al colle di Tenda, dopo il quale inizia l’Alta via del sale propriamente detta. Superato il colle Campanino inizia la parte più interessante del percorso: continui saliscendi sul filo dei duemila metri di quota con il famoso tornante della Boaria sospeso nel vuoto e un lungo tratto in un’affascinante zona carsica. La tappa si conclude al rifugio don Barbera, situato ai piedi del Marguareis, la cima più alta delle Alpi Liguri.

Dati tecnici

•    Ascesa: 1.600 m circa
•    Discesa: 470 m circa
•    Lunghezza totale: 31 km circa
•    Altitudine partenza: 1.004 m
•    Altitudine massima: 2.230 m
•    Difficoltà: MC

Descrizione del percorso

Partiamo dalla stazione ferroviaria di Limone Piemonte (1.004 m). Scendiamo verso il centro del paese e percorriamo l’intera via Roma. Usciti dall’area pedonale proseguiamo dritto in piazza san Sebastiano. Al fondo attraversiamo la strada e proseguiamo sul fianco dell’edificio che ospita la biblioteca e il museo dello sci imboccando una stradina pedonale che fiancheggia il torrente Vermenagna: si tratta della cosiddetta Via romana, antica strada che unisce Limone Piemonte con Limonetto. 

Dopo cinquecento metri svoltiamo a sinistra per superare la linea ferroviaria confluendo su un ampio sentiero che alterna brevi tratti tecnici ad altri facili. Giunti su una stradina asfaltata proseguiamo in salita a sinistra. Una cinquantina di metri oltre, terminata la recinzione di una casa, svoltiamo a destra su un sentiero che si stacca a destra.

Risalita una ripida rampa le pendenze si riducono. Superato il centro sportivo, dopo alcune centinaia di metri affrontiamo un’altra rampa micidiale, che i più fanno spingendo la bici, che ci permette di raggiungere le case dei tetti Mecci (1.118 m).

Giunti sulla statale nei pressi del primo tornante la seguiamo con pazienza verso monte per due chilometri abbondanti. Al bivio per Limonetto svoltiamo a destra e subito a sinistra seguendo le indicazioni per gli impianti di Limone 1.400.

Più in alto superiamo la frazione Panice soprana (fontana appena a monte), porta di accesso per il comprensorio sciistico. Proseguiamo sulla lunghissima serie di tornanti perfettamente asfaltati che in sei chilometri conducono allo chalet Le Marmotte (1.784 m, fontana e punto ricarica E-MTB all’esterno), ottimo posto per riprendere fiato.

L’Alta via del sale prosegue ufficialmente a sinistra, ma vale fare una breve digressione a destra su asfalto verso il vicino colle di Tenda (1.871 m). Pochi metri prima del colle svoltiamo su una sterrata a sinistra in direzione dell’imponente forte Centrale (1.908 m), o forte di Colle alto, preceduto da un ampio baraccamento in rovina.

Intorno al colle di Tenda, in splendida posizione panoramica sulla cresta di confine, a fine Ottocento furono edificate sei imponenti fortificazioni per contrastare un’eventuale invasione d’oltralpe. Dal 1947, per ironia del destino, i forti sono diventati di proprietà francese.

Con un veloce single track tecnico ci ricongiungiamo all’Alta via del sale che seguiamo in salita. Dopo due chilometri e mezzo raggiungiamo il casello di accesso, situato nei pressi della Baita 2000 (1.963 m), punto di arrivo della seggiovia Cabanaira.

Pagato il pedaggio proseguiamo con faticosi tornanti fino al colle Campanino (2.142 m), dove godiamo di ottime viste all’indietro sulla severa Rocca dell'Abisso, mentre sul versante opposto il paesaggio cambia radicalmente.

Con una discesa veloce e godibile costeggiamo dall’alto il laghetto della Perla, dalla curiosa forma di cuore. Aggirati due costoni riprendiamo a salire. Lasciato a destra il colle della Perla (2.086 m) percorriamo un lungo e affascinante tratto scavato nella roccia. Al termine tagliamo in discesa (attenzione al fondo molto smosso) un costone dopo il quale ci aspetta il famoso tornante della Boaria, simbolo dell’Alta via del sale, sorretto da un’ardita massicciata in pietra a picco su uno sperone roccioso, dove una foto è d’obbligo.

Ripresa la discesa raggiungiamo il vicino colle della Boaria (2.102 m), dopo il quale sconfiniamo in Francia. Ci aspetta ancora un breve tratto in discesa dopo il quale il fondo migliora e si torna a salire. Con un ampio semicerchio tagliamo la testata del vallon de Malabergue in una zona carsica di eccezionale bellezza.

Intorno al Marguareis si trova un ambiente carsico tra i più importanti delle Alpi, con rocce bianchissime, campi solcati, doline, pozzi, inghiottitoi e grotte profondissime, come quella di Piaggia Bella che sprofonda per oltre quaranta chilometri. Un vero e proprio tesoro per gli speleologi che non a caso esplorano l’area fin dagli anni cinquanta.

Lasciata a sinistra la deviazione per la vicina capanna speleologica Morgantini proseguiamo lungo la strada che serpeggia per cinque chilometri con continue salite e discese. Durante questo tratto tocchiamo il punto più alto della prima tappa (2.230 m).

Con un ultimo strappo in salita raggiungiamo il colle dei Signori (2.107 m), dal quale godiamo di belle viste verso ovest sulle Alpi Marittime, con Clapier, Gelàs, Rocca dell’Abisso e Frisson ormai lontani.

Non ci resta che una veloce discesa a sinistra verso il rifugio don Barbera (2.079 m), punto d’appoggio strategico per l’Alta via del Sale e per il giro del Marguareis. Nei suoi pressi si trova un ricovero bici (utile un lucchetto) con punto di ricarica E-MTB (utilizzabile con un piccolo sovrapprezzo portando il proprio caricabatterie).


Giorno 2, Rifugio don Barbera – Ventimiglia

Nella seconda tappa si parte in salita con visuali spettacolari sulle cime delle Alpi Liguri per poi scendere nell’affascinante bosco delle Navette. Un duro strappo in salita conduce al panoramico passo Tanarello, dopo il quale ci aspetta un’impegnativa discesa sul versante francese. Un’infinita successione di ardite carrabili di origine militare ci riporta in Italia alternando salite e discese. Scesi al colle Melosa inizia l’asfalto che conduce a Ventimiglia attraverso la val Nervia. Una tappa impegnativa, interessante nella parte iniziale e poi meno entusiasmante, ma nel complesso emozionante perché ci conduce letteralmente dai monti al mare.

Dati tecnici
•    Ascesa: 800 m circa
•    Discesa: 2.900 m circa
•    Lunghezza totale: 82 km circa
•    Altitudine partenza: 2.079 m
•    Altitudine massima: 2.239 m
•    Difficoltà: BC

Descrizione del percorso
Dal rifugio don Barbera (2.079 m) risaliamo al colle dei Signori (2.107 m). Proseguendo a sinistra ci dà la brusca sveglia una salita di poco meno di due chilometri che attraversa anche un breve tratto scavato nella roccia.

Raggiunto il culmine (2.239 m), punto più alto dell’intera Alta via del sale, ridiscendiamo al panoramicissimo passo di Framargal (2.189 m), dove il paesaggio muta aprendosi verso la cima Missun e il monte Bertrand.

Un ultimo sguardo alle spalle verso il Marguareis e inizia la lunga discesa sul versante opposto, inizialmente spoglio. Superato il colle delle Selle vecchie (2.097 m) entriamo nel bosco delle Navette, un’estesissima distesa di larici e abeti bianchi che riveste le pendici dei monti a ovest di Upega. La foresta deve il nome al fatto che anticamente il suo legname era utilizzato nella vicina costa ligure per costruire navi.

Oltrepassiamo il poggio del Lagone (1.897 m), ai piedi del quale una conca racchiude tra i larici il un piccolo specchio d’acqua, e il pian del Manzo (1.899 m), con una bella panchina in legno dalla quale si godono ottimi panorami all’indietro sulle cime pian Ballaur, Saline e Mongioie.

Trecento metri dopo incontriamo il casello di uscita dell’Alta via del sale. Lasciata a sinistra la sterrata che scende verso Upega percorriamo un lungo tratto in falsopiano e raggiungiamo il passo della Porta (1.823 m), dal quale si apre la vista sul monte Saccarello, il più elevato della Liguria, sulla cui anticima è posta una monumentale statua del Redentore.

Oltrepassata la disordinata radura della margheria di Loxe (1.836 m) lasciamo scendere a sinistra la sterrata verso Monesi di Triora e svoltiamo a destra iniziando una faticosa risalita a tornanti. Intorno ai 2.000 metri di quota trascuriamo a sinistra un ramo diretto verso il monte Saccarello, che si potrebbe raggiungere con una breve deviazione, e proseguiamo a destra con un lungo traverso in costante salita fino al passo Tanarello (2.040 m). Poco a valle nasce il torrente omonimo che unendosi al Negrone dà origine al Tanaro, uno dei maggiori fiumi d’Italia. Davanti a noi si aprono ottime viste verso il monte Bego, il Clapier e la Rocca dell’Abisso.

Scolliniamo in Francia iniziando una lunga e impegnativa discesa su sterrata dal fondo particolarmente smosso, con continui scalini rocciosi, che taglia verso sud le ripide pendici dei monti Tanarello e Saccarello.

Dopo circa tre chilometri il fondo inizia finalmente a migliorare alternando tratti con vecchio asfalto. Gradualmente entriamo nelle fitte foreste di conifere che ci accompagneranno per un lungo tratto. In discesa raggiungiamo il modesto passo di Collardente (1.601 m), crocevia di sentieri dove incontriamo l’Alta via dei monti liguri, lunghissimo itinerario che attraversa la Liguria collegando Ventimiglia con Bolano nell’estrema Riviera di levante.

Riprendiamo a salire e poco più avanti (1.623 m) svoltiamo sulla stradina che scende verso sinistra. Confluiti su un’altra sterrata prendiamo a destra. Con un lunghissimo e monotono traverso prima in salita e poi in falsopiano tagliamo le pendici del monte Collardente. Lo sguardo spazia a perdita d’occhio su colline ricoperte di conifere, senza praticamente incontrare segni della presenza umana.

A un bivio (pilone) teniamo la sinistra raggiungendo dopo poche centinaia di metri la bassa di Sanson (1.697, sbarra). Prendiamo la sterrata che sale verso destra e appena oltre svoltiamo a sinistra (altra sbarra).

Superati alcuni ruderi entriamo nella foresta demaniale del Gerbonte e nel parco naturale delle Alpi Liguri. Ci aspettano un paio di chilometri di faticosa risalita, poi a un bivio poco sotto alla cime de Marta svoltiamo a sinistra. Come possiamo notare dalla massiccia presenza di fortificazioni ci troviamo in quella che in passato fu una zona militare strategica.

Dopo alcuni saliscendi inizia la lunga discesa: del resto ci troviamo a duemila metri di quota e dobbiamo scendere al livello del mare. Lasciato a destra il col Bertrand (1.953 m) aggiriamo da sinistra le pendici del monte Grai. Improvvisamente appare molto più in basso il grande lago di Tenarda, bacino artificiale che concorre all’approvvigionamento idrico di Sanremo.

Lasciato appena più in alto il rifugio monte Grai (1.867 m), bivacco non custodito realizzato in una caserma, trascuriamo a sinistra un sentiero che scende diretto sul rifugio Allavena e poche centinaia di metri oltre una sterrata chiusa da una sbarra che si stacca a destra.

Proseguiamo sull’impegnativa sterrata dal fondo smosso, parzialmente scavata nella roccia, ampia ma molto aerea, che taglia le ripide pendici con lunghissimi tornanti. Molto più in basso raggiungiamo l’asfalto e il modesto colle Melosa (1.542 m), dove si trovano due strutture ricettive, l’omonimo bar-ristorante e il rifugio Allavena, utilizzabile come punto di appoggio da chi volesse spezzare l’itinerario in tre giorni.

Dopo una pausa ristoratrice riprendiamo la lunga discesa, interamente su asfalto, in un fresco bosco misto su strada poco trafficata dal fondo perfetto. Aggiriamo dall’alto il lago di Tenarda, invisibile in una conca più basso, fino al colle Langan, situato tra la val Nervia e la valle Argentina.

Svoltiamo a destra e proseguiamo la discesa sulla stretta strada, tutta curve, che tra castagneti e uliveti scende verso Pigna. Molto più in basso, quando questa piega verso nord, si aprono ottime viste sull’imponente monte Toraggio.

Raggiunto il fondovalle passiamo ai piedi di Castel Vittorio e superiamo Pigna, Isolabona e Dolceacqua. Pigna e Dolceacqua in particolare sono piccoli e graziosi borghi medievali che meritano una visita per le caratteristiche viuzze.

Da Dolceacqua e ancor più da Camporosso la provinciale si fa più trafficata. Giunti alla rotonda tra Vallecrosia e Ventimiglia giriamo in direzione di quest’ultima, superiamo la linea ferroviaria e passiamo accanto al teatro romano, risalente II secolo/III secolo (fontana poco oltre sul lato sinistro all’angolo con via Nervia).

Svoltando a sinistra in via Cornelio Tacito raggiungiamo finalmente il mare. Per suggellare la conclusione del percorso un tuffo è d’obbligo. Dopo una meritata pausa ci rechiamo, stanchi ma soddisfatti, alla stazione ferroviaria per ritornare in treno a Limone Piemonte così da chiudere l’anello.


Testo e traccia a cura di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com


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